Era scontato che accadesse così (stava già accadendo così prima che scrivessi – male – il post qui sotto): tutti a discutere della 194, e della pelle della donna, e dell'embrione, e del feto.
Invece io volevo parlare di ciò che, nelle parole dette e scritte da Ferrara, mi era piaciuto e mi era sembrato, quello sì, "straordinario". E precisamente, di due cose.
La prima: che cos'è la libertà. La libertà è opzione individuale, certo. Ha nella coscienza del singolo la sua fonte e il suo tribunale ultimo. E però: ogni libertà si esercita di fronte a un insieme di dati, di condizioni. Ora: di fronte a quali dati e condizioni si esercita, nell'Italia del 2008, la libera scelta di una donna che si trova nella situazione di dover decidere se abortire o no?
La seconda: annullare ogni discussione in merito in nome della "libertà di scelta" (ma anche della "pelle della donna" o della "persona nascitura") non è, surrettiziamente – in buona fede o meno – un modo di imporre un orizzonte etico che finisce per chiudere, e non aprire, le possibilità che la libertà stessa si trova di fronte?
Poi, a me la 194 sta bene e di Ferrara in quanto tale (così come di Ruini, di Bondi e della Binetti) mi frega ben poco.
P.S.: sull'etica dello stato laico, consiglio di leggere quel che ha scritto Leo.