Disamina analitica delle semifinaliste del Mondiale 2014 per qualsiasi uso consentito dalla legge

Germania

Pro: qui siamo genericamente filotedeschi da parecchio. Se lo meriterebbero per la costanza, la tigna, l’essere sempre lì. Hanno cominciato a ricostruire nel 2006, puntando su un gruppo di giovani di talento che, negli anni, è cresciuto, ha lavorato duro, ha accettato di non riuscire a vincere subito. Löw c’ha la faccia improbabile da cattivo di una puntata dell’Ispettore Derrick. I bretzel, la birra, Leibniz, Kant, Hegel, Schopenhauer, Falco, 99 Luftballons, Da Da Da I don’t love you you don’t love me, Monaco di Baviera, i musei di Berlino.

Contro: nella classifica all time del calcio sono nostri avversari diretti: Italia-Germania è il derby d’Europa. Se vincessero, ci raggiungerebbero a livello 4 titoli mondiali (e loro, purtroppo, hanno vinto molto più di noi a livello continentale). Insomma, se vincessero loro diventerebbe complicato continare a percularli col doppio 4-3 (titoli e Messico ’70), col 2-0 di Dortmund, col 2-1 di Euro 2012. Hitler, il Nazionalsocialismo, due guerre mondiali.

Brasile

Pro: Thiago Silva, pezzo di cuore rossonero e campione vero. Si eviterebbe in tal caso qualche decina di suicidi. L’epopea di vincere senza e per Neymar. E poi quel piacere innegabile che si prova quando le cose vanno al loro posto, nell’ordine in qualche modo previsto e precostituito. EEEEEEEE meu amigo Charlie e tutto il Disco Samba.

Contro: è una delle più brutte nazionali brasiliane di sempre, con un rapporto inverso all’usuale (cioè 8/9 fenomeni con un paio di brocchi). E poi quel piacere innegabile che si prova quando le cose vanno al contrario di quel che ci si aspetta, scardinando l’ordine in qualche modo previsto e precostituito. EEEEEEEE meu amigo Charlie e tutto il Disco Samba.

Argentina

Pro: la combo papa Francesco/Argentina mundial sarebbe divertente e foriera di numerosi lol. Sono i più europei dei sudamericani. Messi, forse, se lo meriterebbe. Il manzo, Astor Piazzolla, Osvaldo Soriano, Manu Ginobili e Jorge Luis Borges.

Contro: la combo papa Francesco/Argentina mundial sarebbe imbarazzante e foriera di numerosi wtf e facepalm. Messi non è Maradona, e il fatto che non riesca a vincere un mondiale con l’Albiceleste resterebbe il sigillo di questa inferiorità. Videla, Massera e Galtieri. L’ammorbamento che ci infliggerebbero i fan di Osvaldo Soriano. Ma soprattutto: Palacio campione del mondo? Ho concluso, vostro onore.

Olanda

Pro: gli Oranje meriterebbero un Mondiale alla carriera, per così dire. Sono gli unici tra i semifinalisti a non avere ancora vinto, quindi non sconvolgerebbero le prime posizioni della classifica dei plurivincitori, lasciando invariato il nostro secondo posto e la distanza di un titolo dal Brasile. Soldatino De Jong porterebbe in rossonero un pizzico di Mondiale. Esiste una massima quantità di sfiga sportiva che un popolo (gli olandesi) e un uomo (Robben) è giusto debbano sopportare. Il rijsttafel, Vermeer, Rembrandt e Spinoza. Clarence.

Contro: il Mondiale alla carriera che gli Oranje indubbiamente meriterebbero sarebbe vinto da Kuijt, Huntelaar e Wijnaldum quando non sono riusciti a vincerlo Cruijff, Neeskens, Krol, Rensenbrink, Rep, i gemelli van de Kerkhof, Van Basten, Gullit e Rijkaard. Sono, come sempre, antipatici e spocchiosetti. Robben e Van Persie quando corrono sono bruttissimi. Hanno eliminato la commovente Costa Rica, per la quale tifavo, con l’odioso portiere antisportivo e pararigori.

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Il lol del giorno…

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… è offerto dal Corriere della Sera online, che lancia in home page un articolo sulle prove Invalsi usando una foto che scattai io anni fa al liceo Gioia di Piacenza e pubblicai sul mio vecchio blog (e che, in backup, si trova ancora qui).

P.S.: foto che, scopro, ha avuto in questi anni una certa circolazione in giro per il mondo.

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Liberazione

Due anni fa, il 25 aprile 2012, discutevo online con alcuni tizi della Festa della Liberazione. Un interlocutore, con intento polemico, asseriva di non capire il senso di questa festa e, più precisamente, diceva: “È il come festeggiarlo che non capisco”

Poco fa, per caso, mi sono imbattuto di nuovo nella risposta che gli diedi. Non capita spesso con quel che scrivo, in particolare con ciò che fa parte di conversazioni estemporanee, ma devo dire che, rileggendomi, mi sono piaciuto molto. E quindi, ripropongo qua la mia risposta:

“Guarda, in tanti modi, a seconda delle sensibilità, delle convinzioni, delle appartenenze e delle voglie: andando in manifestazione, leggendo qualcosa, guardando un film, standosene sul divano, andando a prendere il sole in campagna o a magnare in un agriturismo, dormendo tutto il giorno, seguendo le partite in tv. Questa festa si festeggia godendosi il fatto di poter fare quel che si crede e mandando un grato pensiero a chi ha combattuto e magari è morto proprio per far sì che si potesse vivere in uno stato in cui nessuno ci dica come si deve festeggiare.”

Buon 25 aprile a tutti.

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11 12 13 20

“Perché noi abbiamo imparato qualcosa e abbiamo raggiunto qualcosa. Nascosta o esibita, c’è una spada che separa i sessi, finché un matrimonio totale non li riconcilia. È nostra arroganza definire “maschili” la schiettezza, la lealtà e la cavalleria quando le vediamo in una donna; è loro arroganza descrivere come “femminili” la sensibilità, il tatto o la dolcezza di un uomo. Ma, del resto, che poveri frammenti deformi di umanità devono essere gli uomini solo uomini e le donne solo donne, per rendere plausibili i sottintesi di tale arroganza. Il matrimonio sana questa frattura. Uniti, i due diventano pienamente umani. «A immagine di Dio Egli li creò». In questo modo, con un paradosso, questo carnevale di sessualità ci porta al di là del nostro sesso.”

C.S. Lewis, Diario di un dolore

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Storiellina di paura e anche un po’ di piangere per il dì d’ii mort

Ieri sera qui alla Canovetta, nel buio e nel silenzio della campagna e al termine dei festeggiamenti di Ognisanti con la famiglia di Raffaella,  mia nipote Maddalena, quasi 4 anni, ha preso l’iPhone di sua madre e ha cominciato a scattare foto in giro per la casa.

Gli adulti presenti sono stati un po’ al gioco, con l’esito che vedete qui sotto: facce buffe, brillantini delle Winx usati come terzo occhio, pose sciocche aiutate dall’abbiocco postprandiale, il caminetto che scoppietta. Con la bimba che gira per casa e scatta, scatta, riscatta.

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Poi, un’oretta dopo, la mamma della fotografa in erba, cioè mia cognata Simona, riprende possesso del suo telefono, si mette a guardare gli scatti della figliola e, all’improvviso, dà un grido e sbianca. Le chiediamo che succeda e lei ci mostra la foto qua sotto, che nelle immagini dell’iPhone sta esattamente in mezzo a quelle mostrate qui sopra.

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Qualcuno dei lettori di questo blog l’avrà riconosciuto: il nostro cagnone Gandalf, inconfondibile. Morto lo scorso mese di aprile.

Aggiungeteci una certa qual propensione di Maddalena all’esoterismo (lei e le cuginette con cui gioca d’estate si autonominano “le streghe”; ieri ha passato tutto il pomeriggio in cortile a creare intrugli, le sue “poffioni”; ogni tanto chiede a sua madre chi sia la signora anziana che gira per casa e che poi le descrive con dovizia di particolari e che somiglia tanto alla nonna Tina, scomparsa nel 2003 e che lei non ha mai conosciuto; eccetera) e la suggestione della data, ed ecco fatto.

Postilla conclusiva molto scientifica e demitizzante: con mezz’oretta d’indagine, abbiamo svelato l’arcano trovando una spiegazione razionalissima all’evento. Vediamo se qualcuno indovina la soluzione. Però, intanto, la storiellina resta suggestiva (e, vi dirò, se Gandalf fosse passato a ritrovarci attratto dal profumo del tacchino farcito non mi sarebbe dispiaciuto affatto).

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Tra versioni di Jack

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Chi vive sperando critta castando

Oggi è il 75mo anniversario della nascita di Gary Gygax, nonché il “Gary Gygax Day”. Auguro il significato del titolo del post a tutti coloro che capiscono il significato del titolo del post.

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Fenomenologia del concerto di musica leggera ai tempi di una certa età (nel senso dello spettatore, ma pure dei cantanti)

“Riusciremo, finito il concerto, a tornare coi mezzi al parcheggio di San Donato prima che chiuda?”

“Sarà opportuno bere questa birretta prima del concerto o rischio poi di dover cercare un cesso magari perdendomi Personal Jesus?”

“No, ma com’è che si alzano tutti in piedi, cioè se stessimo tutti seduti vedremmo e sentiremmo lo stesso, no? COL VANTAGGIO CHE SAREMMO SEDUTI!”

“Vabbe’, questi sono i supporter. Poi però il volume lo ABBASSERANNO un po’, vero?”

Poi, Dave Gahan è figo come una rockstar figa, ha una voce bellissima ed è uno spot all’uso smodato di droghe nonché un animalone da palcoscenico come ne ho visti pochi. Per dire, ha 51 anni, la stessa età per la quale si autoprendeva in giro Bracardi a “Quelli della notte”, chissà se qualcuno se lo ricorda.

Martin Gore, invece, continua a farmi tantissima tenerezza. Cioè: che sia il vero genio musicale dietro alla produzione dei Depeche Mode è noto, ma alla fine sparisce dalla scena. Forse pure per consentire a Gahan di riprendere il fiato, interpreta un paio di pezzi: canta bene, è struggente, ma il confronto con la voce di Gahan è impietoso. Sul gran finale di Never Let Me Down Again lui dovrebbe fare la prima voce, ma il controcanto di Gahan lo sovrasta per potenza, nitidezza, intensità, tutto. E poi, sempre lo stesso look: capelli ad ananasso e eyeliner nero sugli occhi, in un eterno presente anni ’80 nonostante le rughe e il doppio mento. Come fa a non starti simpatico?

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Armageddon di Stato/5 anni dopo

Era un po’ di tempo che non commentavo più gli Esami di Stato (quella cosa che tutti continuano a chiamare Maturità). Che volete, il tempo passa, le responsabilità aumentano, la voglia latita, negli ultimi due anni ho fatto il Presidente di commissione, cose così.

Quest’anno vorrei però annotare due o tre cose, osservazioni su come sta cambiando anche questo rito apparentemente immobile, vera e propria iniziazione all’età adulta per migliaia di adolescenti e, in quanto tale, sospesa nell’eterno presente delle celebrazioni a loro modo sacre.

La prima osservazione riguarda il fatto che, ormai, nella scuola italiana il pop è di casa. Lo notavo l’altro giorno in diretta su un social network: “il papa dimissionario e il Caimano condannato, certo, ma per quel che mi riguarda la profezia più azzeccata di Moretti resta il liceo Marilyn Monroe”. A questo giro, andando a memoria, nella mia commissione tra gli argomenti a scelta dei candidati (le “tesine”) con i quali, per regolamento, si deve aprire il colloquio (cioè la parte orale dell’esame) abbiamo avuto: due tesine sulla figura di Steve Jobs, una sulla serie tv “The Big Bang Theory”, una su Woody Allen, una sui fumetti dei supereroi, una sul basket americano con in bibliografia Black Jesus di Federico Buffa, una su Emergency e su Pappagalli verdi di Gino Strada, una sul tennis, una sul teatro di Marco Paolini, una sui romanzi di Marcello Simoni, e di sicuro me ne sto dimenticando qualcuna. A questo si aggiungono infinite citazioni pop in argomenti più tradizionali: menziono, così su due piedi, canzoni di De André e Gaber a supporto di tesine su temi alti. Poi, certo, c’è ancora la solita roba (“L’angoscia”, “Il male di vivere”, “Le rivoluzioni scientifiche”, il canone Foscolo-Leopardi-Manzoni, le equazioni di Maxwell, la Shoa, il confronto Schopenhauer-Nietzsche, eccetera), però il trend mi pare innegabile. Ricordo che quando io chiesi alla mia prof. di inglese, tutt’altro che paludata, di svolgere una ricerca su Tolkien, fece una smorfia.  Va detto che è anche passato un quarto di secolo, ahimé.

La seconda osservazione riguarda le presentazioni. Ormai tutti gli studenti parlano dell’argomento della loro “tesina” col supporto di una presentazione multimediale. Ovviamente, molte sono sbagliate in ogni senso sbagliabile, altre sono solo didascaliche, alcune sono un’offesa grave per le retine, raramente salta fuori qualcosa di ben fatto. Dopotutto, il senso estetico è la cosa più difficile da insegnare. Quest’anno, poi, la grande novità è stata Prezi.

Non so se avete presente: si tratta di un software (scaricabile o utilizzabile online) che consente di realizzare presentazioni “dinamiche”, che il sito pubblicizza come “non lineari”. Qui ne trovate qualcuna a mo’ di esempio, sugli argomenti più vari. Ebbene, quest’anno almeno un quinto delle presentazioni che hanno accompagnato la prima fase dell’orale degli studenti della mia commissione erano realizzate con Prezi e non col consueto Power Point. Che dire? Innanzitutto, che Prezi sembra subito fighissimo, ma per usarlo bene bisogna, forse, essere ancora più abili che con Power Point. I due terzi della decina di presentazioni fatte col nuovo software non ne sfruttavano le potenzialità innovative: in altre parole erano presentazioni tradizionalissime, lineari, “da Power Point”, solo buttate giù col nuovo sistema fighetto, generando un esito insensato. Inoltre, l’effetto mal di mare è dietro l’angolo: Prezi crea una sorta di gigantesca mappa concettuale attraverso la quale la presentazione “naviga” ruotando e girando l’asse dei testi e delle immagini proposte a piacimento, ma saperne tirar fuori una roba guardabile richiede, a mio parere, molto studio, notevoli abilità grafiche e – forse – anche l’argomento giusto. Insomma, preparatevi: se credevate che l’orrore di certe presentazioni Power Point fosse inavvicinabile potreste presto essere smentiti.

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Brutte notizie

[Guardando Vicious sul divano, la puntata in cui vanno al club dove lavora Ash]

“Di’, perché mi sento così tanto come loro? Hanno 70 anni!”

“Eh”

“Ma dai, siamo più vicini ai 20 che ai 70, dovremmo essere più simili agli amici di Ash che ai due vecchi!”

“Cara, devo darti una brutta notizia…”

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